Il mio metodo.
Il mio metodo.
Il mio metodo si chiama l’analisi individuale dei rischi.
In che cosa consiste?
Consiste innanzitutto nel considerare la protezione del capitale umano.
Ognuno di noi, con esclusione di qualche fortunato, vive del proprio reddito, pertanto la tutela delle proprie entrate mensili è la prima cosa da prendere in considerazione.
Per fare ciò, prendiamo in considerazione quanto siamo già assicurati con le prestazioni dello Stato, che è il nostro primo assicuratore.
Serve l’estratto conto previdenziale.
Serve un primo incontro, nel quale non si parla e non si vendono polizze. Questo incontro (che spesso viene effettuato anche mediante una comoda e sostenibile video chiamata, ognuno a casa sua, in pantofole) serve per effettuare una raccolta di dati, che riguardano:
- la famiglia
- il lavoro
- il patrimonio
- gli hobbies ed i tempo libero
- le priorità, i desideri, i sogni
In questo incontro sarà anche fondamentale capire per te che cos’è, in termini economici:
- un danno irrisorio
- un danno sostenibile
- un danno devastante
L’estratto conto previdenziale viene elaborato da un software che produce un report personalizzato, che riceverai tranquillamente a casa tua.
Io faccio tutto il lavoro e tu devi trovare un attimo di tempo per leggere il report personalizzato.
Non hai nulla da perdere. Al massimo perderai un po’ di tempo perché capisci che sono una cialtrona (ma non sarà così, vedrai)
Il report personalizzato ti farà diventare una persona consapevole dei propri rischi, ossia delle possibili minacce che potrebbero compromettere le tue entrate future.
Purtroppo nel nostro Paese non esiste un processo di analisi dei rischi diffuso, che garantisca un controllo e di conseguenza una consapevolezza simile.
Anzi, vuoi che ti confessi una cosa?
È tutto lasciato al caso.
Sai quali sono le conseguenze?
Ogni anno in Italia vi sono oltre centomila lavoratori con meno di 68 anni che muoiono prematuramente o che, a seguito di un grave infortunio o di una grave malattia, rimangono in modo irreversibile totalmente invalidi.
Oltre al dramma emotivo, queste persone si trovano totalmente impreparate ad affrontare il dramma economico: come cambieranno le loro entrate mensili o come cambierà la situazione economica dell’intera famiglia? Se ci sono dei minori da crescere o dei mutui da pagare o peggio entrambi, che tipo di situazione si creerebbe per la famiglia?
Fortunatamente, la maggior parte delle persone arriva all’età della pensione senza incappare in queste difficili situazioni. M anche in pensione il problema delle entrate continuerà ad esistere, perché tutti noi abbiamo il bellissimo rischio di vivere troppo a lungo.
Si stima che in Italia vi sia un milione di persone che ogni giorno danno supporto 24 ore su 24 ad un loro familiare che ha perso in modo permanente lo stato di autosufficienza.
C’è una grandissima differenza fra vivere in salute fino a tarda età rispetto ad arrivarci dopo aver passato gli ultimi anni in un letto, in condizioni di non autosufficienza, costringendo i familiari a diventare badanti a tempo pieno.
Alzi la mano che vorrebbe vivere fino a 100 anni, in buona salute e andarsene nel sonno, senza accorgersene e senza essere di peso per nessuno: anche tu, vero?
Purtroppo la vita è imprevedibile.
La mappa dei rischi.
Quali sono i rischi
I rischi sono tanti, troppi, fanno parte della vita ed è difficile eliminarli, ma possono essere pianificati, mediante una loro attenta analisi.
Quali sono i rischi che devono essere trasferiti ad una Compagni di assicurazione?
Per rispondere a questa domanda distinguiamo i rischi sulla base di due semplici criteri:
- la frequenza, ossia quanto spesso accadono
- la gravità, ossia quanto male possono fare alle nostre tasche
Fonte: La Scuola di Assicuratore Facile
I rischi che hanno una bassa frequenza ed una bassa gravità, ossia un basso impatto economico (in basso a destra, nel riquadro verde scuro) sono i rischi che possono permettermi di non assicurare.
I rischi che hanno una alta frequenza ed una bassa gravità (in basso a sinistra, nel riquadro verde chiaro) sono quei rischi che è bene ridurre mediante la prevenzione del rischio.
I rischi che hanno una alta frequenza ed una alta gravità (in altro a sinistra, nel riquadro giallo) sono quei rischi che devono essere eliminati.
I rischi che hanno una bassa frequenza ed una alta gravità (in alto a destra, nel riquadro rosso) sono i rischi che devono essere trasferiti ad una Compagnia di assicurazione mediante un contratto di assicurazione (chiamato polizza).
Per questo sono motivo sono nate storicamente le assicurazioni, per trasferire i rischi che un singolo individuo non poteva permettersi.
Prendiamo un danno da fenomeno elettrico in una abitazione privata.
È sicuramente un danno frequente. A causa del cambiamento climatico, temporali sempre più violenti causano sbalzi di tensione che possono danneggiare gli elettrodomestici o peggio ancora lo stesso impianto elettrico. Ma qual è l’impatto economico? Il prezzo medio di un punto luce, comprensivo di manodopera e materiale per le opere murarie è di 50 €. In un appartamento di circa 100 metri quadri si stimano circa 80 punti luce. Il massimo danno possibile è di 4.000 €. Si tratta di un danno sostenibile per la maggior parte delle famiglie italiane. Per prevenire questa tipologia di danno possiamo chiedere all’elettricista di installare nel quadro elettrico un limitatore di tensione, permettendo alla tensione elettrica di rimanere all’interno di un determinato range, per il quale sono stati progettati gli elettrodomestici e gli altri dispositivi.
Le persone credono che la assicurazione serva per coprire i danni frequenti e non i danni gravi, che essendo meno frequenti sono anche percepiti in minor misura. E le Compagnie glielo lasciano chiedere volentieri, poiché i danni più frequenti sono proporzionalmente anche i più costosi.
I rischi che devono essere trasferiti sono quelli a bassa frequenza e ad alto impatto economico.
Li abbiamo classificati tutti e mappati nella MAPPA DEI RISCHI
Fonte: La Palestra della Scuola di Assicuratore facile
I rischi vengono suddivisi in 4 macroaree:
- le MINORI ENTRATE, causate da una PERDITA DEL REDDITO
- la PERDITA DEI BENI e la RESPONSABILITÀ CIVILE
- la PERDITA DEL RISPARMIO
- il BLOCCO EREDITARIO
Questi sono i rischi che devono essere oggetto di una attenta analisi.
Il primo assicuratore è lo Stato, che, consapevole della gravità di tali circostanze per i propri cittadini, ha reso obbligatorie le coperture assicurative dell’INPS e dell’INAIL.
Le prestazioni erogate dall’INPS sono 6 tipi di pensioni:
- INVALIDITÀ (in caso invalidità maggiore ed uguale al 66% e fino al 99%)
- INABILITÀ (in caso di invalidità totale del 100%)
- SUPERSTITI (in caso di premorienza, ossia di morte durante la vita lavorativa)
- ANZIANITÀ
- VECCHIAIA
- REVERSIBILITÀ (in caso di morte durante l’età della pensione)
Il Sistema Pensionistico Italiano è a ripartizione, significa che i contributi che oggi vengono versati dai lavoratori (ad esempio, i contributi versati all’INPS sono pari al 33% del reddito annuo lordo per i lavoratori dipendenti ed al 24% del reddito annuo lordo per artigiani e commercianti) servono per pagare le pensione di coloro che hanno smesso di lavorare.
In buona sostanza, il nostro sistema pensionistico si basa su un patto generazionale.
I dati demografici mettono in evidenza ormai da anni 2 aspetti che sembrano mettere potenzialmente in crisi questo patto generazionale:
- l’invecchiamento della popolazione
- la diminuzione delle nascite
Per quanto riguarda l’ammontare della pensione vi sono 2 criteri di calcolo:
- retributivo
- contributivo
Per alcuni lavoratori sono stati applicati entrambi e in questo caso si parla di sistema misto.
Il sistema contributivo è stato introdotto con la Riforma Fornero del 2011.
Per tutti coloro che hanno iniziato a lavorare e quindi a contribuire dal 1996 viene applicato interamente il sistema contributivo.
Con questo sistema di calcolo per ottenere l’ammontare della pensione è sufficiente applicare al montante contributivo (la somma di tutti i contributi versati, rivalutata in funzione dell’andamento del PIL) il coefficiente di trasformazione, che varia in funzione dell’età e fino a 57 anni è uguale per tutti.
I coefficienti di trasformazione vengono aggiornati dallo Stato ogni 3 anni, in funzione del dato relativo alla speranza di vita. Finora sono sempre stato aggiornati al ribasso.
Nel 2021 il coefficiente di trasformazione fino all’età di 57 anni era pari al 4,2%.
Nel caso di una INABILITÀ il conteggio della pensione viene effettuato sul montante contributivo, al quale vengono aggiunti i contributi figurativi. Ossia lo stato conteggi i contributi che l’inabile avrebbe pagato se avesse potuto lavorare fino all’età della pensione.
Nel caso in cui vi sia un infortunio sul lavoro o durante il tragitto casa lavoro oppure una malattia professionale allora vi sono anche le prestazioni dell’INAIL.
Facciamo dei conteggi pratici.
Prendiamo il caso di Mario, un lavoratore dipendente di 40 anni con 15 anni di contribuzione ed un reddito annuo lordo di 29.000 € (che nel 2019 è stato conteggiato come il RAL medio degli italiani)
RAL: 29.000 €
Contributi INPS: (29.000 € * 33%) 9.570 €
Montante contributivo: (9.750 € * 15 anni) 143.550 €
Il montante contributivo, in realtà, viene rivalutato ogni anno in base alla media dell’andamento del PIL nei 5 anni precedenti.
Pensione di invalidità (66-99%): (143.550 * 4,2%) 6. 029 €
Contributi figurativi: (65 anni l’età della pensione – 40 ani di età = 25 anni di contributi figurativi) 239.250
Montante contributivo totale: (239.250 + 143.550) 382.800
Pensione di inabilità: (382.800 * 4,2%) 16.077 €
Le entrate mensili sono l’ossigeno che permette ad ogni persona di respirare…
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